LA FRASE



Le parole della lingua araba si possono raggruppare in tre categorie:
- Il verbo.
- Il nome.

- La "lettera" o in arabo "alharf".

Cosi possiamo dire che ogni parola diversa dal verbo o dal nome è raggruppata nella grande categoria di "alharf" o la "lettera".
Le parole di questa categoria mostrano il loro vero significato all'interno della frase.
Le lettere singole dell'alfabeto si dicono invece "ahruf alhijaa" oppure "alahruf alabjadiaa".




Una frase normalmente si compone di almeno due parole.
Esistono casi particolari di alcune frasi con una sola parola scritta o parlata mentre la seconda parola è nascosta o sottintesa.
Le frasi di una sola parola o "monoremi", dal greco "mònos" che significa "uno" e "rema" che significa "parola" esistono anche nella lingua italiana ad esempio nelle risposte come si, no e nelle interiezioni tipo "ahi!", "accidenti!" etc.
Una frase deve avere un significato ben preciso e deve essere composta seguendo le regole della grammatica di ogni lingua e quindi non è un insieme casuale di parole.
Normalmente una frase minima è composta di un predicato e di un oggetto.
Esistono frasi di tipo "verbali" che hanno almeno un verbo o predicato. Esistono le frasi detti "nominali" che non hanno il verbo che nella lingua italiana sono del tipo:
- piano!.
- proprio cosi.
- Attenzione: pericolo.
In lingua araba troveremo molti casi di frasi nominali, senza il verbo, in questi casi il verbo è sottinteso.





Osserviamo la seguente frase "akala alwaladu altuffahata" che significa "il ragazzo ha mangiato la mela".


In questa frase "altuffaha",la mela, ha subito un'azione "akala", mangiare, da "alwaladu", il bambino".
Il ragazzo è il soggetto, mangiato è il predicato, la mela è il complemento oggetto.
In arabo il soggetto:


Il predicato o il verbo:


Il complemento oggetto:


Osserviamo adesso le seguenti frasi:

"il ragazzo ha mangiato".



e

"il bambino ha dormito".



In queste due frasi,verbali, troviamo una frase minima composta di un predicato e di un soggetto. Nel primo caso il verbo è mangiare e nel scondo è dormire, il soggetto nel primo esempio è il ragazzo e nel secondo è il bambino.





La seguente frase italiana "verbale" tradotta in arabo diventa di tipo "nominale" senza il verbo.
"lo studio è necessario".


Tradotta a parole dall'arabo diventa "lo studio necessario", ma la traduzione esatta della frase è " lo studio è necessario". Il verbo è sottinteso.
Da notare che, per questo motivo alcuni arabi, senza volerlo, parlando in italiano usano la frase nominale araba dimenticando cosi di inserire il verbo in italiano.

Un'altro esempio con una frase "verbale italiana" che corrisponde ad una frase "nominale" araba è:
"lo studio è utile".


Sempre traducendo dell'arabo a singola parola diventa "lo studio utile". Il vero significato è "lo studio è utile".
Per le due frasi che abbiamo visto in arabo il verbo è nascosto o sottinteso. Possiamo rendere il verbo visibile come si vede in rosso "hua":



Il primo nome della prima parola della frase araba di tipo nominale viene detto "l'inizio" in arabo:


leggendo "lo studio" o "aldarsu" in arabo in modo staccato dalla frase non ci fornisce niente sul significato della frase.
La parola "utile" o nella frase araba "mufidun" fornisce l'informazione che che manca e completa la frase. Il nome che completa la frase si dice "notizia" o "informa" in arabo:












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