IMPARARE A LEGGERE
تَعَلَّمْ القِراءَةَ
Hassan Nazha


Sempre nella prima parte del corso abbiamo visto che esiste il singolare e il duale e il plurale.
Il maschile e il femminile sono differenti sia nella loro formazione che nella loro pronuncia.
Ad esempio in italiano si dice "tu" per il genere maschile o il genere femminile, in arabo si dice:
أَنْتَ
Si pronuncia anta per il maschile.
أَنْتِ
Si pronuncia anti per il femminile.
In questo caso quando si scrive, se non si mettono i segni sulle lettere quando si rivolge al genere femminile, è obbligatorio inserire almeno la kasra per la taa finale.
Un consiglio fondamentale è quello di non dare per scontato che quello che in italiano è maschile in arabo è maschile e viceversa. Questa è la causa di molti errori per coloro che studiano l'arabo o parlano l'arabo ma non sono arabi. Lo stesso discorso vale per gli arabi che studiano altre lingue.
Ad esempio un occhio in italiano è maschile invece in arabo è femminile. Si dice:
عَيْنٌ جَمِيلَةٌ
che significa "un occhio bello"
Per il maschile invece bello si dice:
جَمِيلٌ
Per dire "due occhi belli" in arabo si dice:
عَيْنَانِ جَمِيلَتَانِ
Abbiamo anche visto che le parole che formano una frase sono divisi in tre gruppi e sono:
1- Verbi.
2- Nomi.
3- Lettere dei significati.
Il terzo gruppo sarà ripreso nei capitoli successivi.
Ogni lingua si basa su un insieme di regole ben definite che costituiscono la sua grammatica. In generale studiare la grammatica è molto difficile e conoscere bene una lingua richiede molto tempo. Anche per un italiano quando sfoglia il dizionario scopre di sapere una quantità minima rispetto all'intero dizionario. I quiz televisivi si basano spesso su vocaboli poco usati o trattano un argomento specifico e quindi è difficile da indovinare. Ogni lingua viva come l'arabo si arricchisce con i nuovi termini scientifici o altri altrimenti è destinata a sparire.
Esistono quindi termini nuovi all'interno di una lingua che col tempo possono cambiare pronuncia e si dirà sono derivati da un'altra. La lingua araba è molto aperta e ospita facilmente altri termini non arabi lasciando inalterata la pronuncia originale in alcune volte o modificando la pronuncia o rendere completamente il termine in arabo. Ad esempio Roma si scrive: رومَا e si pronuncia nello stesso modo.
Internet si scrive:
إِنْتَرْنَتْ e si pronuncia nello stesso modo.
Matteo si può scrivere:
مَاتَّيو per mantenere la pronuncia italiana.
Esiste il nome Matteo in arabo ed è Matta che si scrive:
مَتَّى
Toni con accento italiano si scrive:
توني
lo stesso nome esiste in arabo con accento più marcato per la t ed è:
طوني
Il piccolo schermo e il grande schermo in italiano non più usati sostituiti con "televisione" e "cinema" la stessa cosa per l'arabo:

televisione:
تَلْفَزْيونْ
cinema:
سِينَمَا
lo stesso vale per le parole italiane di origine araba, e sono tantissime, che hanno perso col tempo la pronuncia originale o sono stati modificati per la lingua italiana.
Le regole grammaticali sono fondamentali per studiare una lingua ma quando si impara una lingua non ci ricordiamo più queste regole e si va ad orecchio. Anche un modo errato di dire qualcosa ma usato spesso da tutti diventa spesso errato inizialmente e dopo alcuni anni, se rimane il suo utilizzo, da evitare ma non più sbagliato.
Quindi per evitare di perdersi nella grammatica saranno inseriti i capitoli con piccole pillole di grammatica.
Bisogna capire e farsi capire e per quello le statistiche riportano un uso di 2000 a 5000 vocaboli in una lingua che copre più di 100000 termini.
La grammatica araba spiega perché si usano i segni che abbiamo visto come segni normali di fatha, damma, kasra e sukun e altri ancora alla fine della parola o se la parola si modifica aggiungendo altre lettere per il duale o il plurale o nella coniugazione dei verbi al passato o il presente e futuro e l'imperativo per il genere maschile e femminile.

Grazie in arabo si dice "shukran":
شُكْرًا
Molti scivono il tanwin in fatha, fathatein, sopra la alif.
شُكْراً

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